Sono nata ad Avezzano, in Abruzzo, nel 1989.

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La mia passione per il disegno nasce guardando mia madre riprodurre su carta i personaggi che più amavo da bambina. I muri della mia camera erano pieni dei suoi disegni.

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Decido di frequentare il liceo artistico ed è proprio lì che, dopo aver elaborato e appreso diverse tecniche artistiche, mi innamoro della pittura.

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L’astrattismo, durante quegli anni, esercita su di me un grande fascino: la sensazione di poter creare in completa libertà, senza confini, mossi soltanto da un’idea.

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È la fase della sperimentazione: inizio a dipingere su tela con colori ad olio, amandone consistenza e fluidità, riproducendo i lavori di grandi maestri. L’acrilico arriverà soltanto più tardi, nella realizzazione delle mie prime tele personali.

   

Finito il liceo la mia strada si allontana dal disegno, ma rimane collegata all’arte.

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Mi iscrivo alla facoltà di Architettura di Pescara, posto nel quale deciderò di restare, e mi laureo nel 2017.

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Nel 2020, durante l’anno della pandemia, complice un periodo fatto di domande e di riscoperte, riprendo finalmente in mano una passione e un sogno lasciati nel cassetto.

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Torno sulle tele come fosse un atto vitale, con foga ma al contempo con delicatezza.  

 

L’arte astratta per me rappresenta libertà, fluidità, uno specchio nel quale guardarsi, perdersi, ritrovarsi.

I miei dipinti sono un messaggio e nascono da una sensazione.

 

Dalla voglia di raccontare qualcosa o di buttarla semplicemente fuori.

Prendono forma da un’idea, da una conversazione, da un momento di comprensione.

Sono un’estensione di ciò che mi porto dentro e di quello che vedo dentro le persone.

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Sono storie.

Racconti.

Messaggi.

Sono parole incastrate dentro che prendono consistenza.